18 Gen La figura del medico
Per prevenire e curare l’incontinenza, nelle varie forme in cui essa si presenta, è determinante il ruolo e la figura del medico. Infatti quando una persona avverte l’insorgere di sintomi riferibili a questa condizione, la prima iniziativa da intraprendere è quella di rivolgersi senza indugi al proprio medico di base.
Non va dimenticato che l’incontinenza non necessariamente è l’espressione solo di patologie limitate al sistema vescico-sfinterico ma può essere espressione di altre problematiche, ad esempio neurologiche.
Sarà il medico di base – al quale occorre rivolgersi superando il comprensibile imbarazzo che ogni paziente ha quando affronta questa situazione – ad avviare anche attraverso una serie di accertamenti, le prime valutazioni e i primi approfondimenti. Già in questa fase poi il medico potrà fornire alcuni consigli sulle modificazioni dello stile di vita che possono influenzare positivamente la continenza.
Questa fase iniziale è molto importante sia per inquadrare la situazione sia perché consente al paziente di essere indirizzato verso lo specialista più idoneo ad affrontare il problema.
Nella maggior parte dei casi il primo specialista verso cui si viene indirizzati è l’urologo. Si tratta di una figura chiave in quanto si occupa proprio dei problemi urinari maschili e femminili ed è in grado di delineare il corretto quadro clinico di una persona individuando la tipologia di incontinenza. Nel campo della incontinenza urinaria femminile, che spesso segue eventi della vita della donna come la gravidanza, il parto, la menopausa o l’invecchiamento, il ginecologo svolge un ruolo di riferimento, essendo il “medico della donna”. Altrettanto importante è il ruolo del fisiatra, il medico specialista in riabilitazione, che nell’ambito del trattamento conservativo di tutti i tipi di incontinenza elabora il progetto riabilitativo sulla base della valutazione clinica e realizza con la equipe riabilitativa i programmi individualizzati che ne derivano. Il proctologo viene chiamato in causa quando vi sono problemi dell’area posteriore come l’incontinenza per le feci o per i gas, o alterazioni concomitanti come il prolasso rettale. Infine, così come il ginecologo è il medico della donna, il geriatra è il “medico dell’anziano” e quindi spesso è chiamato a interfacciarsi con il problema della incontinenza, così frequente nell’anziano in condizioni di fragilità e che può essere spesso se non curato, almeno gestito al meglio.
Altre figure come il neurologo sono importanti e sono parte in causa in casi di alterazioni che possano far sospettare un substrato neurologico e d’altra parte molti pazienti neurologici presentano problematiche vescico-sfinteriche che il neurologo deve saper riconoscere anche per evitare complicanze.
La valutazione del paziente con incontinenza e le terapie di tipo comportamentale farmacologico, riabilitative e chirurgiche prevedono quindi a seconda delle situazioni la partecipazione dell’una o delle altre figure mediche, in associazione o meno, meglio ancora se inserite in una rete di Centri per l’incontinenza, nell’ottica di offrire alla persona le opportunità migliori di cura del suo problema, indipendentemente dallo specialista cui si è rivolto per primo.