FIC - Fondazione Italiana Continenza | La proposta della Fondazione Italiana Continenza
Un percorso integrato verso livelli di qualità essenziale dell’assistenza erogata.
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La proposta della Fondazione Italiana Continenza

La proposta della fondazione

L’incontinenza urinaria, definita come perdita involontaria di urina, interessa, secondo i dati del 2006 più di cinque milioni di cittadini in Italia: il 20-30% delle donne e il 2- 11% dei maschi in età adulta. Tale percentuale nelle donne sale al 32-64% durante la gravidanza e al 55% nella popolazione anziana istituzionalizzata di entrambe i sessi. Nonostante la diffusione del problema, nel 2006 risultava che solo il 43% delle persone affette richiedeva un parere ad un professionista confermando che questo problema era ed è ancora un tabù che si accompagna a senso di colpa e vergogna portando all’isolamento dei soggetti affetti e all’istituzionalizzazione degli anziani.

 

I costi sono importanti sia da un punto di vista psico-sociale, per il livello di sofferenza dell’individuo e dei famigliari, sia dal punto di vista socio-economico. A tale proposito è sicuramente opportuno ricordare che una ricerca effettuata dalla Fondazione Italiana continenza e ISTUD (2009) ha mostrato che il 34% dei pazienti incontinenti assume farmaci specifici per l’incontinenza urinaria, che il 22% ha subito uno o più interventi per correggere l’incontinenza e che il 23% viene sottoposto a trattamenti riabilitativi. Evidentemente l’incontinenza comporta costi per l’approccio terapeutico, anche se solo poco più di un terzo dei pazienti accede alle terapie disponibili. Se ne può dedurre che la percentuale più sopra citata (43%) è probabilmente approssimata per difetto.

 

Pur non essendo direttamente menzionata tra gli obiettivi di salute del 2006-2008 e successivi, l’incontinenza urinaria è una condizione morbosa correlata ad alcune patologie citate e trasversale rispetto all’invecchiamento, alla disabilità, , alla salute della donna e dell’infanzia.

L’elevata diffusione del problema creano la necessità di delineare percorsi di diagnosi e cura basati sui presupposti dell’appropriatezza, sicurezza e prove di efficacia omogenei e condivisi nell’ambito delle reti assistenziali integrate. Questo permetterebbe di declinare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in qualità e appropriatezza dell’assistenza erogata, omogeneità territoriale dell’offerta, accessibilità dei cittadini alle prestazioni.

 

Attualmente in Italia esiste un modello organizzativo di riferimento costituito dalla Rete Regionale dei Centri per l’incontinenza Piemontese che realizza una efficace ed efficiente gestione di questa condizione incentrata sulla adozione di linee di indirizzo condivise, sulla appropriatezza delle prestazioni erogate e sull’interscambio di informazioni tecniche e operative in linea con le linee guida internazionali.

 

In linea con quanto realizzato in Piemonte la Fondazione Italiana Continenza sta coinvolgendo le autorità sanitarie Regionali, nella fattispecie attualmente: Lombardia, Friuli- Venezia Giulia, Emilia, Toscana, Basilicata e Sardegna, affinché si proceda alla attivazione dei cosiddetti Gruppi di Approfondimento Tecnico (GAT) intesi a studiare ed a realizzare di concerto con gli Assessorati Regionali alla Sanità reti di Centri Regionali dedicati all’Incontinenza urinaria. A tal proposito la Fondazione ha approntato un documento che specifica i compiti e le caratteristiche di tali Centri suddividendoli in tre livelli sulla base delle prestazioni erogate. La creazione di tali reti ha come obbiettivo primario l’appropriatezza delle prestazione e delle forniture di ausili e cateteri e pertanto di migliorare la risposta socio-sanitaria alla persona con incontinenza, tenendo in conto da un lato dell’esistente, dall’altro della limitatezza contingente delle risorse evidenza, dell’organizzazione e basati sulla razionalizzazione dell’organizzazione e delle procedure (seguendo riferimenti internazionali basati sull’evidenza, ogniqualvolta l’evidenza esiste, o sul parere di esperti, allorquando l’evidenza è a oggi mancante), che conduca al miglioramento della risposta senza un aggravio di spesa.

 

Siamo convinti che l’impegno di tutti nell’attuazione di una strategia condivisa e dell’implementazione del fattibile subito, possa portare a risultati misurabili e gratificanti per chi riceve e per chi eroga le prestazioni socio-sanitarie.

 

Potete scaricare il documento al seguente link.

Il Presidente

Roberto Carone

Il Presidente Onorario

Walter Artibani

Il Presidente del Comitato Scientifico

Mario De Gennaro

Il Coordinatore del Comitato Esecutivo

Aldo V. Bono