Infermiere

La funzione dell’infermiere nella gestione dell’incontinenza e delle sue manifestazioni non è ancora uniforme sul territorio italiano.

A fronte di un lavoro costante che viene svolto nelle equipe multidisciplinari a fianco delle altre figure specialistiche, l’infermiere non è infatti ancora ufficialmente riconosciuto come figura professionale di riferimento.

Per questo, da tempo la Fondazione Italiana Continenza propone di identificare una figura infermieristica di “terapista della continenza” per la gestione del paziente con incontinenza urinaria e/o fecale, che può aver luogo a domicilio, nella comunità, a livello distrettuale o delle residenze assistite e in centri di riferimento di primo, secondo e terzo livello. In rapporto alla complessità delle azioni terapeutiche da intraprendere, la gestione infermieristica dovrebbe avvenire in un continuum di interazione dalla periferia al centro e viceversa, con il supporto di specialisti dedicati.

Guardando infatti al resto d’Europa, come il Regno Unito e i Paesi Scandinavi, le competenze e la figura dell’infermiere in rapporto alla gestione dell’incontinenza urinaria e/o fecale sono ben definite. In alcuni casi si parla di “continence advisor” che agisce a domicilio, in comunità e in ospedale ed è il fulcro dell’interazione tra i bisogni delle le risposte sociali e medico-specialistiche necessarie, in altri si parla di “uroriabilitatore” con un ruolo importante nella riabilitazione in genere e nella gestione del paziente con Incontinenza Urinaria e/o Fecale.

Quali dovrebbero essere le funzioni del “terapista della continenza”?
prima valutazione diagnostica del paziente, con adozione immediata di modifiche comportamentali, di stile di vita e di situazione ambientale;
bladder training, riabilitazione del pavimento pelvico, l’identificazione dei casi che richiedono un approfondimento diagnostico;
counseling sugli ausili;
insegnamento del cateterismo intermittente, gestione del catetere a dimora;
applicazione delle indicazioni (farmacologiche ad esempio) suggerite dallo specialista e controllo dei risultati;
esecuzione tecnica degli studi urodinamici, anorettali e neurofisiologici;
– counseling e gestione pre e post partum (perineal care);
gestione dopo interventi chirurgici specialistici o dopo neuromodulazione o neurostimolazione;
supporto psicologico.

Un profilo professionale di tale livello fotografa la complessità della formazione educativa del “terapista della continenza”, che ha la necessità di una preparazione multidimensionale e interdisciplinare per offrire una gestione integrata e sequenziale in cooperazione con gli specialisti di settore e/o (laddove presenti) i Centri della Continenza e del pavimento pelvico.